INTERVISTA A GIOVANNA BARZAGHI – EFFEBIQUATTRO Milano

“Ho sempre creduto nella creatività e nella sensibilità delle donne”
Giovanna Barzaghi, Direttore Commerciale di Effebiquattro, è vivace, espansiva e con obiettivi ben chiari: ecco la
storia del suo successo
Una bambina sempre in movimento e una donna sensibile, estroversa e sognatrice: Giovanna Barzaghi ha un’idea ben chiara
del futuro della sua azienda, perché le porte all’interno della casa non sono solo un prodotto di falegnameria, ma un oggetto di
design in grado di migliorare la qualità della vita entro le mura domestiche.

Buongiorno, Giovanna. Iniziamo la nostra chiacchierata: le va di raccontarmi un po’ si sé? Come era da bambina per esempio.
Ah, ah! Io sono stata una bambina davvero molto vivace, non stavo mai ferma… Mia mamma mi ha dovuto portare anche in
Pronto Soccorso qualche volta perché mi facevo male giocando. Ma in realtà non sono mai cambiata: anche oggi sono espansiva
e giocosa e non so stare ferma, tanto che mio marito si chiede come farò se e quando andrò in pensione…

Lei lavora nell’azienda di famiglia: un caso o una decisione consapevole?
Voglio essere sincera: da giovane sognavo di diventare una hostess! Un sogno che purtroppo si è infranto molto presto, perché
sono miope e portavo gli occhiali, cosa all’epoca proibita per gli assistenti di volo. In compenso, oltre agli studi di ragioneria, non
mi è mai mancata la voglia di fare, che preferivo decisamente allo studio, e così iniziai ad avvicinarmi all’azienda di papà.
Un’azienda che non le era certo estranea…
Assolutamente no: mia mamma e mio papà spesso portavano me e le mie due sorelle in laboratorio; abbiamo iniziato a conoscere
le attività di produzione fin da piccole, quindi abbiamo sempre respirato l’aria della falegnameria, diciamo così.

Come è stato il suo inserimento in azienda?
Sono partita dal basso, facendo la gavetta. Ho goduto fin da subito del rispetto che le persone che lavoravano con mio padre
tributavano a lui, ma ho dovuto imparare molto. La difficoltà maggiore è stata farmi accettare come donna, più che altro.

Perché questa difficoltà?
Vede, il mondo delle porte è stato più vicino a quello dell’edilizia, e in quel mondo produrre porte, quindi svolgere un’attività
legata alla lavorazione del legno, è sempre stata appannaggio degli uomini. E’ stato difficile farmi riconoscere dai fornitori,
come dai clienti, ma ce l’ho fatta. Anzi, è stato un successo per tutte noi sorelle, perché siamo tutte impegnate in Effebiquattro:
una è architetto, una si occupa della produzione e io dell’attività di marketing e di vendita. Siamo un’azienda rosa, insomma.

Lei però è stata artefice di un cambiamento importante.
Sì, è stato faticoso, ma ci siamo riusciti. Si tratta di un cambiamento culturale, perché oggi la porta non è solo un accessorio, ma
diventa un importante elemento di arredo molto più legato al design e al fashion. Noi non vendiamo solo porte, ma vendiamo
emozioni e soprattutto anticipiamo le soluzioni a bisogni futuri. Ho sempre creduto nella creatività e nella sensibilità che noi
donne possiamo apportare alla produzione e alla progettazione e, anche quando la crisi ha colpito duramente, non ho mai
ceduto all’idea di fermarmi, ma al contrario ho avuto il coraggio di andare avanti, ponendo e ponendomi obiettivi, anche in
termini numerici, che mi hanno dato ragione.

Vorrei sapere qualcosa in più su “Trendology”.
Volentieri, è una cosa alla quale teniamo moltissimo. Si tratta di un neologismo che vuole mettere insieme i “trend”, ossia le
nuove proposte di porte in linea con le esigenze di mercato e in grado di migliorare la qualità della vita delle persone diventando
oggetti di moda e design, con la “tecnologia”, quindi l’attenzione alla produzione, che deve essere sempre di altissima qualità.
Peraltro, la tecnologia avanzata è sempre stata un nostro punto di forza fin dagli inizi, attorno agli anni ’80.

Lei è sempre in movimento: mi dica che riesce anche a conciliare gli impegni familiari.
Certo che sì! Mi sono sposata molto giovane e ho avuto due figli, Davide, che oggi ha 22 anni – e che da poco è entrato in azienda
– e Francesco, 19. Pensi che ho sempre fatto la rappresentante di classe, fin da quando i ragazzi erano alle elementari e talvolta
li portavo con me in ufficio a fare i compiti per poterli aiutare e stare con loro. Ogni mattina, ancora adesso, lascio la colazione
preparata e il pranzo pronto prima di andare al lavoro anche se esco alle sette del mattino. Ogni minuto libero lo trascorro in
famiglia, ma ovviamente non posso che ringraziare le nonne che mi hanno sempre dato una mano, e mio marito, che mi ha
sempre sostenuto e ha saputo incoraggiarmi nei momenti difficili.

Una famiglia molto unita, mi pare.
Assolutamente! Una cosa che abbiamo avuta sempre ben chiara è che un conto è il lavoro, un conto sono gli affetti e la famiglia.
Mio padre è stato un visionario e un grandissimo lavoratore, un mentore per me. Il suo più grande pregio è stato quello di
lasciarmi sbagliare pur restandomi sempre vicino, consapevole che dagli errori possiamo imparare. Inoltre, ci ha insegnato ad
avere rispetto delle persone e del loro lavoro: abbiamo la responsabilità di 85 famiglie e questo per noi è un ulteriore stimolo
a fare sempre meglio, perfezionando e innovando le tecnologie nel rispetto dei clienti, dei fornitori e – ultimo, ma non meno
importante – dell’ambiente. Quanto a mia mamma, è lei che ha sempre tenuto insieme tutto, lavorando “dietro le quinte” e
cercando di aiutarci quanto più possibile, anche con i nostri figli.

Lei è di Seregno, un comune della Brianza: mi vuole dire quali sono i suoi cavalli di battaglia in cucina?
E’ esatto, sono brianzola e adoro il brasato che prepara mia mamma, assolutamente imbattibile! Io però amo cucinare il pesce: lo
faccio gratinato, oppure preparo gli spaghetti con le cozze oppure con i gamberi. Mi piace molto e lo trovo più facile da cucinare.

Ma un po’ di shopping ogni tanto?
Fare shopping mi piace molto e … sa una cosa? Qualche volta riesco anche a farmi accompagnare da mio figlio, insieme riusciamo
a divertirci perfino andando per vetrine![:en]“I have always believed in the creativity and sensitivity of women”
Giovanna Barzaghi, Commercial Director of Effebiquattro, is lively, expansive and with clear objectives: here is the
story of her success.
A little girl always on the move and a sensitive, extroverted and dreamy woman: Giovanna Barzaghi has a very clear idea of
the future of her company, because the doors inside the house are not just a carpentry product, but a design object able to
improve the quality of life within the home.
Good morning, Giovanna. Let’s start our chat: would you like to tell me a little bit about yourself? As a child for example.
Ah, ha! I was a very lively girl, I never stopped … My mom had to take me to the First Aid sometimes because I hurt myself by
playing. But in reality I have never changed: even today I am expansive and playful and I don’t know how to stay still, so much
so that my husband wonders how I will do if and when I will retire…
You work in the family business: a case or a conscious decision?
I want to be honest: as a young man I dreamed of becoming a hostess! A dream that unfortunately broke down very soon,
because I’m shortsighted and I wore glasses, something that was forbidden for flight attendants at the time. On the other
hand, in addition to accounting studies, I never lacked the desire to work, which I definitely preferred to study, and so I started
to get closer to Dad’s company.
A company that was certainly no stranger to you…
Absolutely not: my mom and dad often brought me and my two sisters to the lab; we started to learn about the production
activities from an early age, so we always breathed the air of the carpentry, let’s say so.
How was your company placement?
I started from the bottom, paying my dues. I immediately enjoyed the respect that the people who worked with my father paid
to him, but I had to learn a lot. The biggest difficulty was getting me accepted as a woman, more than anything else.
Why this difficulty?
You see, the world of doors has been closer to the world of construction, and in that world producing doors, therefore carrying
out an activity linked to woodworking, has always been the prerogative of men. It was difficult for me to be recognized
by suppliers, as by customers, but I did it. Indeed, it has been a success for all of us sisters, because we are all involved in
Effebiquattro: one is an architect, one deals with the production and I with the marketing and sales activities. In short, we are
a pink company.
But she was the maker of an important change.
Yes, it was tiring, but we did it. This is a cultural change, because today the door is not just an accessory, but becomes an
important piece of furniture much more related to design and fashion. We don’t just sell doors, but we sell emotions and above
all we anticipate solutions to future needs. I have always believed in the creativity and sensitivity that we women can bring to
production and design and, even when the crisis hit hard, I never gave in to the idea of stopping, but on the contrary I had the
courage to go ahead, placing and setting myself goals, even in numerical terms, which proved me right.
I would like to know more about “Trendology”.
Gladly, it’s something we care a lot about. It is a neologism that wants to put together the “trends”, the new door proposals in
line with market needs and able to improve people’s quality of life by becoming fashion and design objects with “technology”,
therefore the attention to production, which must always be of the highest quality.
Moreover, advanced technology has always been our strong point since the beginning, around the 1980s.
You are always on the move: tell me that you can even reconcile family commitments.
Of course yes! I got married very young and I had two children, Davide, who is now 22 years old – and who recently joined the
company – and Francesco, 19. I have always been a class representative, ever since the boys were at the elementary school and
sometimes I took them with me to the office to help them doing homeworks and to stay with them. Every morning, even now,
I prepared breakfast and lunch before going to work even if I go out at seven in the morning. I spend every free minute with
my family, but obviously I can only thank the grandmothers who have always helped me, and my husband, who has always
supported me and he has been able to encourage me in difficult moments.
A very close family, I think.
Absolutely! One thing we have always believed in is that on one hand there is work, and on the other hand we have affections
and family.
My father was a visionary and a great worker, a mentor to me. His greatest merit was to let me make mistakes even as I remained
close to him, aware that we can learn from mistakes. Furthermore, he taught us to respect people and their work: we have the
responsibility of 85 families and this is a further incentive for us to do better, improving and innovating technologies in respect
of customers, suppliers and – lastly, but no less important – the environment. As for my mom, she is the one who has always
held everything together, working “behind the scenes” and trying to help us as much as possible, even with our children.
She is from Seregno, a small town in Brianza: could you tell me what are your favorite dishes?
That’s right, I live in Brianza and I love braised beef that my mom prepares, absolutely unbeatable! But I love cooking fish: I do it
au gratin, or I prepare spaghetti with mussels or shrimp. I like it a lot and find it easier to cook.
Do you go for some shopping sometimes?
I like shopping a lot and … you know what? Sometimes my son come with me, together we can have fun even going through
shops!